Dopo 20 anni in giro sui campi ad arbitrare, Roberto Todaro ha deciso di intraprendere una nuova esperienza al Palermo Calcio a 5: il dirigente addetto agli arbitri. Conosciamo meglio Roberto e i risvolti di questa sua nuova esperienza.

 

Roberto, quella al Palermo Calcio a 5 è la tua prima esperienza da dirigente di una squadra di futsal. Come ti trovi in questa nuova veste? Quanto è difficile (o facile) fare il dirigente addetto agli arbitri da ex arbitro quale sei?

Ciao Salvo, si è la mia prima esperienza da dirigente. Il mio ruolo è ben definito e mi trovo perfettamente a mio agio. Fare l’Addetto all’Arbitro è quanto di più “naturale” possa esserci per me, so quali sono le esigenze dei direttori di gara e quali le parole e gli atteggiamenti che sono da preferire… e quelli da evitare!

Dopo 20 anni di arbitraggio, hai deciso di posare il fischietto e metterti dall’altra parte e vedere il futsal da un’altra prospettiva. Dove ti trovi meglio?

Dopo 20 anni sui campi e a 44 anni di età è difficile pensare di passare il sabato pomeriggio a zonzo o immerso nella folla di un centro commerciale. Sono innamorato del pallone per cui il contatto con il terreno verde doveva continuare. Senza nulla togliere a questa mia nuova avventura, arbitrare è una passione, un modo di vivere… se potessi starei ancora in campo con il fischietto in mano.

Parliamo di questioni strettamente tecniche. E’ più difficile fare l’arbitro o fare il dirigente addetto agli arbitri? O meglio, con questo nuovo ruolo che stai ricoprendo e vedendo i tuoi ex colleghi “da fuori”, comprendi di più loro oppure giustifichi le lamentele e i comportamenti delle società?

Tecnicamente non c’è dubbio che arbitrare sia più difficile anche se sto scoprendo quanto si possa sudare in panchina. Mi viene naturale dare un giudizio tecnico all’arbitro. Quando un suo errore di valutazione è conseguente ad una situazione obiettivamente difficile tendo a comprenderlo ma quando un errore è “gratuito” allora vedo rosso come il toro nell’arena.
Perché hai deciso di entrare a far parte del Palermo Calcio a 5? Chi ti ha coinvolto nel progetto e perché hai accettato?
Devo tutto a quei due lì: Saverio Bruno che già conoscevo in ambito lavorativo e poi ovviamente al Presidente Salvo Messeri che con il suo progetto ma ancor di più con il suo entusiasmo mi ha portato verso un naturale SI. E poi per me il rosa ed il nero sono poesia, il suono “Palermo” è musica!

Come ti trovi nella società di Messeri? Che rapporto hai con lui e tutti i membri della società e della squadra?

Facendo riferimento alla mia timidezza il mio inserimento è stato graduale. Mi piace che le persone mi conoscano per quello che sono ma gradualmente. Con Salvo il rapporto è improntato alla stima, alla chiarezza e al rispetto. Affinità e simpatia poi sono cose che nascono spontanee. Mi piace raccontare un aneddoto sulla squadra. Le prime volte alcuni mi davano del “lei” e avendomi conosciuto in giacchetta nera un paio mi diedero del “signor arbitro”. Adesso la mia presenza in panchina ed il mio tifare per loro come il primo tifoso me li ha resi molto più vicini.

Piccolo cenno sulla stagione della squadra. Credi che il Palermo Calcio a 5 meriti la posizione che sta occupando o poteva ambire a qualcosa di più?

Tasto dolente. La società era partita con ben altri propositi ma un po’ di inesperienza di tutti e tante attenuanti (infortuni, lunghe squalifiche e turn over tecnici) ci hanno portato ad una classifica “anonima”. La nota molto positiva invece è aver scoperto e valorizzato tanti giovani davvero bravi che con l’aiuto dei “senatori” ci porteranno ad una prossima stagione da sicuri protagonisti.

Il futuro di Roberto Todaro sarà ancora al fianco di Messeri e del Palermo Calcio a 5?

Beh… che dici Messeri? Il bello viene adesso, no? Io voglio esserci!

 

Ufficio Stampa

Palermo Calcio a 5

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